nella parte introduttiva si leggono i tratti salienti che la prova orale degli esami di licenza media deve favorire: “la commissione imposterà il colloquio in modo da consentire una valutazione comprensiva del livello raggiunto dall'allievo nelle varie discipline, evitando peraltro che esso si risolva in un repertorio di domande e risposte su ciascuna disciplina, prive del necessario organico collegamento, così come impedirà che esso scada ad inconsistente esercizio verboso, da cui esulino i contenuti culturali cui è tenuta ad informarsi l'azione della scuola. Pertanto il colloquio non deve consistere in una somma di colloqui distinti: occasioni di coinvolgimento indiretto di ogni disciplina possono essere offerte anche dalle verifiche relative ad altri ambiti disciplinari. Ad esempio, le capacità di osservazione e di visualizzazione relative all'educazione artistica possono essere accertate anche nel corso di una conversazione su un tema di carattere letterario o scientifico”.
il colloquio è un “momento di approfondimento di aspetti culturali, non necessariamente pertinenti ciascuna disciplina”; esso si vuole come occasione in cui l’alunno “anche attraverso il coinvolgimento indiretto delle varie discipline” esprima la sua “maturità globale”.
Il colloquio è quindi un bilancio finale sulla maturità raggiunta dall’alunno e spetta a quest’ultimo darne dimostrazione alla commissione d’esame, muovendosi agevolmente tra le discipline, con sicurezza e capacità critica. In un altro passo del Decreto del 1981 si sottolinea: “il colloquio dovrà svolgersi con la maggiore possibile coerenza nella trattazione dei vari argomenti, escludendo però ogni artificiosa connessione. Sarà proprio dal modo e dalla misura con cui l’alunno saprà inserirsi in questo armonico dispiegarsi di spunti e di sollecitazioni che scaturirà il giudizio globale sul colloquio”.
nell’art.11 dell’Ordinanza Ministeriale n.90 del 2001 “Norme per lo svolgimento degli scrutini e degli esami nelle scuole statali e non statali di istruzione elementare, media e secondaria superiore” in riferimento al colloquio si legge quanto segue: “nella fase immediatamente preparatoria all'esame di licenza, e cioè subito dopo la decisione di ammissione o non ammissione agli esami di licenza, il consiglio di classe dovrà stabilire, per gli alunni ammessi, i criteri essenziali del colloquio, consistenti, ovviamente, non nella predisposizione di domande, ma nell'individuazione delle modalità di conduzione del colloquio in relazione ai candidati ed alla programmazione educativa e didattica attuata nel triennio”; rieccoci ancora sull’assunto che il colloquio non debba essere inteso come un quiz da sottoporre al candidato, bensì essere impostato sulla base di criteri debitamente individuati dal consiglio di classe, tenendo conto, come sottolinea l’Ordinanza, della “programmazione educativa e didattica attuata nel triennio”.
un colloquio interdisciplinare interpreterà magnificamente il principio, già sancito nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo, dell’unitarietà dell’insegnamento; pertanto le discipline, nella fase di esposizione orale, entreranno in reciproca relazione e connessione, dimostrando di poter risolvere un problema con approcci diversi, ma correlando e facendo convergere saperi e metodi di indagine, sino ad arricchirsi vicendevolmente, trovando insomma una zona di confine. L’interdisciplinarità pone le differenti prospettive delle discipline su una posizione più critica, arrivando a farle fondere insieme, per generare nuovi orizzonti di indagine.
l colloquio pluridisciplinare potrà riguardare gli approfondimenti delle singole discipline di studio e altri elementi derivanti da qualificate esperienze realizzate”. Anzi le indicazioni sul colloquio si arricchiscono di un’altra importante sfumatura che è quella di permettere agli alunni di relazionare su esperienze significative effettivamente compiute.
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