lunedì 21 dicembre 2015

Vado a scuola (2013) un film di Pascal Plisson






A seguito della visione del film è consigliato il seguente link http://www.academytwo.com/vadoascuola/libretto.pdf
dal quale si potrà scaricare un interessante opuscolo illustrato che approfondisce i viaggi compiuti da Jackson, Zahira, Samuel e Carlito per raggiungere le rispettive scuole.

Perché -come mi ha ricordato poc'anzi il retro di una biografia su Malala prestatami da una mia gentilissima alunna - "Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo." 

Ricordatevi inoltre di rispondere sul quaderno alle seguenti domande

1 Prova a descrivere le caratteristiche che accomunano i quattro protagonisti del film. 2 Cosa significa per te andare a scuola? 3 Quali sono le aspettative e le speranze dei protagonisti del film? 4 Cosa ti piacerebbe fare da grande? 5 Come raggiungi la tua scuola? Vai a piedi o in auto? Quali pensi possano essere gli ostacoli nel tragitto che percorri ogni mattina? 6 Cosa pensi di avere in più o in meno rispetto a Jackson, Zahira, Samuel e Carlito? 7 Un elemento importante del film è il rapporto speciale tra fratelli. Prova a elencare le situazioni in cui si manifesta questo straordinario legame. 8 Cosa pensi si possa migliorare nella tua scuola? 9 In che modo i genitori sostengono e aiutano Jackson, Zahira, Samuel e Carlito ad andare a scuola? I presenti spunti di riflessione sono indicati per gli studenti di ogni ordine e grado e possono essere utilizzati in classe dopo la visione del film

lunedì 12 ottobre 2015

giovedì 5 marzo 2015

Pace nella canzone d'autore: Lennon, De Andrè, L.Cohen





Pace nella poesia...Brecht, Ungaretti, Quasimodo

I bambini giocano alla guerra
I bambini giocano alla guerra.
È   raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
È la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.
 Bertold Brecht
******
Non gridate più
Cessate di uccidere i morti.
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.
Hanno l’impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo.
Giuseppe Ungaretti
******  
Uomo del mio tempo
 Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
-t’ho visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero,
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
“Andiamo ai campi”. E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Salvatore Quasimodo
Fatale è che si parli di guerra, volendo pensare e aspirare alla pace. Se non ci fossero le guerre, forse non ci sarebbe bisogno di sostenere la pace, perché sarebbe quella la condizione naturale della vita umana. Invece bisogna conquistare la pace come conseguenza delle guerre. E nel mondo, oggi come sempre, ci sono tante guerre cosiddette “locali”. Ma non è un  aggettivo riduttivo che può farle diventare meno nefaste. Forse solo la poesia riesce a commuovere i cuori. E i poeti forse sono i veri profeti della pace.

venerdì 23 gennaio 2015