Al principio abbiamo il Caos, dal greco Chaos, che significa apertura, vuoto, voragine.
Urano è la personificazione del cielo in quanto elemento fecondo.
Gea è la Terra concepita come elemento primordiale.
Dalla loro unione nascono i sei Titani e le sei Titanidi. Urano ha in odio questi figli e li costringe nella profondità della loro madre, Gea. Quest'ultima riesce a liberarli con l'aiuto del più giovane, Crono, il quale si pone in lotta con il padre.
Crono, figlio di Urano e Gea, appartiene alla prima generazione divina, anteriore a Zeus e agli Olimpi. Si dimostra però ancora più crudele di suo padre: prima fa ripiombare i fratelli, ovvero Ciclopi ed Ecatonchiri, nel Tartaro (regione sotterranea posta al di sotto degli stessi inferi), poi inghiotte i suoi cinque figli nati dall'unione con la sorella Rea, per il timore, invero piuttosto fondato, di essere detronizzato. Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone non possono morire perché sono esseri divini e quindi crescono nella pancia del padre. Rea è disperata e incinta del sesto figlio: Zeus.
Alla nascita di Zeus, Rea decide di ingannare Crono, dandogli da divorare una pietra avvolta in fasce e nascondendo il neonato in una grotta sul Monte Ida, nell'isola di Creta. Qui il dio è allevato da una ninfa (Adrastea) che lo nutre con il latte di una capra (Amaltea). Per non fare udire i suoi vagiti a Crono, i Coribanti, sacerdoti di Rea, battono le spade sugli scudi. Una volta adulto, Zeus libera i suoi fratelli e, con l'aiuto di alcuni di loro, dei Ciclopi e degli Ecatonchiri (giganti dotati di cento braccia e cinquanta teste che sputano fuoco, come da etimologia Ἑκατόγχειρες hecatòncheires, "che hanno cento mani") dichiara guerra a suo padre. La guerra dura dieci anni, al termine dei quali Zeus stabilisce la sua supremazia sull'Olimpo.